La dimensione prevalentemente dialogica e pastorale del gruppo lo impegna ad essere sempre disponibile verso tutti, anche per coloro che, pur non riconoscendosi appieno negli insegnamenti morali della chiesa in tema di omosessualità, si sentono tuttavia suoi figli e restano desiderosi di condividere e confrontare le proprie idee, rifuggendo da sterili contrapposizioni e rivendicazioni.
Pur comprendendo che non poche persone omosessuali, per le ragioni più diverse, hanno maturato un senso di ostilità nei confronti della chiesa e del suo insegnamento, il nostro scopo non è quello di rinfocolare il risentimento, ma di superarlo. La fede è vissuta dal gruppo anzitutto come cammino segnato da un'adesione cordiale al Signore Gesù, che ci attrae e ci conforta con il suo perdono sempre offerto, suggerendo obiettivi di vita sempre meglio coerenti al Vangelo.
Nella comunione ecclesiale ci si vuole porre da figli fra i figli; l’appartenenza piena delegittima ogni tentazione di stigmatizzare una chiesa sentita come "altra" da noi.